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La Fondazione Arangio-Ruiz per il diritto Internazionale nasce da un generoso lascito di Gaetano “Nino” Arangio-Ruiz, mancato a Roma nel Settembre 2022, è attiva dal 2023 e intende finanziare annualmente borse di studio per dottorato di ricerca o post dottorato. Il suo sito vuole onorare la memoria e le opere di questa famiglia popolata da tanti importanti giuristi, soprattutto attraverso le figure del padre Gaetano, di suo figlio Vincenzo, del nipote Gaetano “Nino” e del marito della nipote Marina, Antonio Guarino. Vorrebbe anche diventare luogo di incontro, di scambio e di dibattito intorno al diritto, aprendo il blog a interventi e il forum a conversazioni fra chi lo frequenta.

 

Chongqing Zhongshuge Bookstore

Chongqing Zhongshuge Bookstore, China

Mappa della famiglia

 

I quattro giuristi

 

   Gaetano Arangio-Ruiz

Può essere considerato il capostipite della “famiglia scientifica” Arangio-Ruiz, tanto più che è il primo ad averne portato, fin dall’inizio, il cognome Arangio-Ruiz, “costruito” dai genitori (Vincenzo e Agata, rispettivamente Arangio e Ruiz) che unirono i loro cognomi, separandoli con un trattino: che hanno sempre insistito che non fosse dimenticato.

La famiglia è di origine siciliana, Gaetano senior è nato ad Augusta, ma poi si trasferì, prima a Napoli dove nel 1879 conseguì la laurea in Giurisprudenza, con una tesi in diritto romano, la disciplina che, poi, fu il campo di lavoro del figlio, Vincenzo. Mentre Gaetano, si dedicò al diritto costituzionale ed esercitò inizialmente a Napoli la professione di avvocato, per poi conseguire la libera docenza in diritto costituzionale e svolgere, sempre a Napoli, corsi liberi, talvolta in sostituzione di Giorgio Arcoleo. Ma, come spesso si ritrova nella famiglia, la vena letteraria non è mai mancata: Gaetano senior non ha mancato, infatti, di scrivere poesie, mentre il famoso grecista Vladimiro (“Vlado”) altro figlio di Gaetano, è autore, tra l’altro, di un libretto di Prose Morali, edito a Roma da Formiggini nel 1935 e dedicato al padre.

Si racconta, anzi che Vincenzo, innamorato come il padre e il fratello, delle lettere classiche volesse frequentare gli studi di lettere presso l’Università di Modena, dove il padre insegnava diritto costituzionale in qualità di professore straordinario, fosse, invece, fortemente stimolato dal padre stesso a seguire gli studi giuridici, a Vincenzo sgraditi. Tanto che, prossimo all’iscrizione all’Università (1900) il padre, una mattina “molto presto”, come raccontava Vincenzo per intendere l’alba, gli suggerì di iscriversi, sì, alla Facoltà di Giurisprudenza soddisfacendo il suo desiderio, ma di specializzarsi in diritto romano, una disciplina storica e classica. Vincenzo, aderì al desiderio del padre, conseguendo i successi che sono ben noti. In qualche (rara) occasione, Vincenzo confidava che in realtà aveva accettato la richiesta del padre perché “assonnato”, ma in quelle stesse occasioni, aggiungeva che, però, la scelta era stata soddisfacente se non provvidenziale.

Gaetano, ha svolto una attività scientifica di tutto rispetto, culminata nella sua opera più importante e cioè la Storia costituzionale del Regno d’Italia (1898) che copre il periodo intorno alla nascita del Regno d’Italia post-risorgimentale, seguito da Il diritto costituzionale dell’attuale Regno d’Italia (1900), forse la pima opera esaustiva sulla Costituzione del Regno d’Italia, completata e integrata poi, nelle Istituzioni di diritto costituzionale italiano del 1913.

Dopo lo straordinariato a Modena, vinse di nuovo un concorso di ordinario a Macerata (dove ricoprì anche la carica di Rettore), da dove passò nel 1925 all’Università di Torino.

Morì a Torino nel 1936, dopo avere onorato il rispetto della libertà con il suo comportamento dignitosamente e severamente ostile al fascismo.

 

Cfr. maggiori notizie in Roberto Abbondanza, ARANGIO-RUIZ, Gaetano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1961, in https://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-arangio-ruiz_(Dizionario-Biografico)

Vincenzo Arangio-Ruiz

Nasce a Napoli, dove il padre Gaetano era avvocato, nel 1884 e, dopo essersi iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Modena, dove insegnava il padre, si trasferì in quella di Napoli per seguire l’insegnamento di Carlo Fadda, con il quale si laureò nel 1904 con una tesi che ebbe la dignità di stampa, e fu effettivamente stampata così come era stata scritta per la tesi, nel 1906 col titolo La successione testamentaria secondo i papiri greco-egizi.

È stato certamente uno dei massimi giusromanisti italiani del ‘900, ma la sua vita intensissima si è sempre intrecciata con la vita civile, dove è stato sempre presente, attivo e, seguendo anche l’esempio del padre, rigorosamente ostile al regime fascista. Contro il quale non solo non mancò mai di esprimersi, ma per contribuire alla caduta del quale, durante la guerra, amico di Benedetto Croce, si impegnò direttamente e senza timore, se pure non in armi, nella resistenza, divenendo Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Italia Meridionale, dove si oppose alla creazione di una sorta di Governo del CLN alternativo a quello in via di costituzione a Salerno di Badoglio, al quale, invece, partecipò come Ministro di Grazia e Giustizia, e poi, a Roma, al Governo Bonomi e poi Parri come Ministro della Pubblica Istruzione.

Per evitare di restare come professore in Italia, colse l’occasione di un concorso, che vinse, per l’Università del Cairo, dove insegnò per tutto il periodo del fascismo dal 1929 fino alla fine della guerra, per poi tornarvi dal 1947 al 1954 aggiungendovi anche un insegnamento all’Università di Alessandria d’Egitto. Fu nel periodo della sua permanenza in Egitto, che scoprì, per caso, una parte delle Istituzioni di Gaio, che servì a completare il manoscritto veronese delle Institutiones.

Ha insegnato, amatissimo dagli studenti, in molte Università italiane, da Camerino (dove, poi insegnerà anche il figlio Gaetano “Nino”) a Cagliari a Napoli e infine a Roma dove concluse la sua carriera didattica, ma non certo quella scientifica: quando morì, durante la notte nella quale come sempre andava a dormire tardissimo, aveva lasciato sulla sua mitica (perché enorme) scrivania un lavoro quasi finito, che fu pubblicato poco dopo la sua morte nel 1964.

Sempre attento alla epigrafia e alla papirologia, passava lunghi periodi a Napoli, insieme al suo amico archeologo Amedeo Maiuri a leggere, al Museo Nazionale, approfittando della luce radente del pomeriggio, le tavolette cerate scavate a Pompei, spezzate e ridotte a poco più che graffiti.

E, interessato come sempre alla vita civile alla vita di ogni giorno anche dei romani, non per nulla è autore di una fondamentale raccolta di testi della vita civile romana (i Negotia), riuscì a mettere insieme e a “leggere” un gruppo di tavolette, che costituiscono gli atti di un processo quasi intero, del quale pubblicò, con la collaborazione di Antonio Guarino allora anche giornalista della Rai, una sorta di “sceneggiatura” in radiofonia ancora oggi parzialmente ascoltabile (la Rai non conserva molto di quell’epoca e di queste cose!) in https://www.antonioguarino.it/audio , affascinante.

La sua carriera scientifica è troppo nota per richiedere di essere descritta in questa sede, ma ha certamente raggiunto la massima notorietà per lo splendido e ancora oggi validissimo volume sulla Storia del diritto romano.

Ma appunto la sua partecipazione alla vita civile fu sempre costante. Fu perciò Presidente dell’Accademia dei Lincei, della Società Dante Alighieri, ma anche della Unione Nazionale contro l’analfabetismo,  della Compagnia del Gas di Napoli fino al Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori!

Partecipò per un brevissimo momento alla vita politica italiana, in rappresentanza del Partito Liberale, ma ne uscì subito molto deluso e tornò agli studi e ai lavori che prediligeva.

  1. Mario Talamanca in Dizionario Biografico degli italiani, vol. 34, Treccani 1988, in https://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-arangio-ruiz_%28Dizionario-Biografico%29/

Gaetano “Nino” Arangio-Ruiz

Gaetano “Nino”, è colui al quale si deve la volontà e l’entusiasmo di avere creato questa  Fondazione, destinata a ricordare una famiglia, allargata, che ha dato contributi importanti alla ricerca giuridica italiana sia in prospettiva storica che in quella del diritto positivo, interno e internazionale.

Professore di diritto internazionale a partire dal 1952 nell’Università di Camerino, la stessa dove aveva iniziato la sua carriere il padre Vincenzo e non lontana da quella di Macerata, dove il nonno Gaetano aveva svolto anche la funzione di Rettore, ha poi insegnato nelle Università di Padova, di Bologna e, infine, in quella di Roma La Sapienza, dove ha concluso la sua carriera accademica, con la nomina ad emerito. Membro dell’Institut, redasse, al momento della sua nomina a membro, uno studio sulla contumacia dinanzi alla Corte internazionale di Giustizia (1991).

La sua presenza nella comunità degli studiosi di diritto internazionale è stata sempre intensa e decisa: una delle sue caratteristiche è sempre stata la fermezza e la coerenza con le quali ha sostenuto le proprie maturate convinzioni. Senza mai cedere, non si può sottacere, alle mediazioni del “potere”, al punto che la sua importante e prolungata partecipazione alla Commissione del Diritto internazionale delle NU, succeduto a Roberto Ago nello studio del tema della Responsabilità internazionale degli Stati, si è interrotta – dopo quasi dieci anni di lavoro – proprio quando le sue proposte, estremamente innovative e rigorose, non erano lontane dal venire approvate dalla Commissione, non proprio nell’entusiasmo degli Stati. Il risultato finale del Progetto di articoli sulla Responsabilità internazionale della Commissione, opera principalmente del prof. Crawford, non rende giustizia alla forza dell’impianto sistematico dato al tema, prima dal prof. Ago e poi da Gaetano Arangio-Ruiz, che, pur nelle profonde differenze tra i due studiosi, ne risulta smantellato.

Fu poi, autorevole membro del Tribunale arbitrale Iran- USA, ma i suoi contributi più importanti alla formulazione dei principî fondamentali del diritto internazionale sono quelli prodotti nella partecipazione alla redazione del documento finale di Helsinki della CSCE e, specialmente, della fondamentale Risoluzione sulle relazioni amichevoli degli Stati della AG delle NU, rispetto alla quale ha prodotto il suo massimo sforzo sistematico, “preparato” nel suo prezioso e documentatissimo corso all’Aja sul Dominio riservato.

Restano fondamentali i suoi studi sulla soggettività internazionale.

Pur impegnato in molte attività, anche di carattere consultivo, fu nel periodo della sua permanenza all’Aja per il Tribunale Iran-USA che ebbe l’idea di creare questa Fondazione, prima in Olanda e poi, chiusa quella, in Italia. Ma, conscio della significatività della temperie culturale, giuridica e non solo, nella quale aveva avuto la “ventura” di vivere, ha deciso, saggiamente e generosamente, di allargare gli scopi della Fondazione sia al diritto costituzionale che alla storia del diritto, in particolare del diritto romano, senza escludere l’ultimo, benché collaterale, “erede” di quella tradizione, Antonio Guarino.

La sua lunga vita, si è conclusa quietamente, all’età di 103 anni, nella “sua” abitazione romana, il 29 Settembre 2022, data, dunque, di nascita “ufficiale” della Fondazione.

 

  1. Paolo Benvenuti, In memoriam Gaetano Arangio-Ruiz, in Jus Gentium, 2023, vol. 8, 1

Antonio Guarino

Nella sua lunga vita, non sempre facile specialmente in gioventù, Antonio Guarino non ha mai smesso un minuto, nonché di lavorare, di elaborare e rielaborare le riflessioni di una vita intera dedicata allo studio appassionato del diritto e della storia del diritto, in una personalità la cui cultura era una continua, spesso emozionante, sorpresa, aiutata da una memoria di ferro.

Si laurea a Napoli, con Siro Solazzi, alla cui memoria è rimasto fedele per tutta la vita, con una tesi in diritto romano sulla Collatio bonorum nel 1936, lavoro poi pubblicato nel 1937. Contemporaneamente vince un concorso all’EIAR (la Rai di oggi), alla quale è rimasto sempre fedele sia pure, salvo un brevissimo periodo post-bellico, come “battitore libero”. Ma durante il periodo immediatamente precedente alla seconda guerra mondiale, fu cronista radiofonico da Berlino tra l’altro per i discorsi di Hitler.

È stato di una capacità innovativa, vista oggi in prospettiva, di una singolarità e di una preveggenza uniche. Ad esempio  nei numerosissimi “documentari” radiofonici (in gran parte irrecuperabili  in Rai) tra cui quello più “famoso” e originalissimo sul “Processo di Giusta”: la riproduzione, con attori professionisti ad interpretare le varie parti e la voce narrante del Prof. Vincenzo Arangio-Ruiz, di un vero processo, svoltosi a Pompei prima dell’eruzione che la distrusse e del quale Arangio-Ruiz aveva non solo letto, ma “trovato” le tavolette cerate che lo documentavano: tutto, salvo la sentenza. Ma, sempre in Rai, e sempre in radio e sempre introvabili, realizzò nei primi anni ’50 una sorta di primo “talk show”: “l’Avvocato di tutti”, nel quale rispondeva a domande vere di audio-ascoltatori veri, le cui richieste di pareri giuridici venivano lette da una bravissima collaboratrice del prof. Guarino, Adele Nicoletti, e alle quali il professore rispondeva … se non “in diretta” certamente, come si direbbe oggi, “live”. La trasmissione fu poi seguita da interventi settimanali sul Radiocorriere TV.

Soldato in Russia (nella odierna Ucraina) fu richiamato in Italia a fine 1941 in licenza matrimoniale … richiesta a sua insapute dalla moglie Marina Arangio-Ruiz, per poi tornare definitivamente un anno dopo in treno ospedale, quando, arrivato in Patria, seppe che il suo reparto era stato “annientato”: non se lo è mai perdonato.

Dal 1942 fu chiamato, avendo vinto il concorso a cattedra, anche con uno scritto inviato (polemicamente) dalla Russia dove combatteva, all’Università di Catania, dove, arrivati gli “alleati” fu costretto a recarsi con mezzi di fortuna per non perdere il posto. Durante il viaggio, con altri colleghi, uno di essi morì per gli stenti e la fatica.

Fu anche Magistrato, avvocato, senatore della Repubblica, giornalista nella stampa, a Il Mattino, al Corriere del Mezzogiorno a la Repubblica, e nella Rai e anche dirigente di quest’ultima, per la quale vinse un concorso cui partecipò anche Veltroni. E, non da meno, fu ordinario nell’Università di Napoli Federico II dalla quale, pur avendo ricevuto inviti molto ambiti, mai volle allontanarsi, e poi, dopo anche un breve periodo di Presidenza della Facoltà, fu nominato emerito.

Ma la sua passione fu e rimase sempre, il diritto romano, cui ha dedicato ogni istante della sua vita, fino agli ultimi ancora pieni di curiosità, interesse e ricerca incessante.

I suoi scritti sono tanti che elencarne e sceglierne alcuni non farebbe giustizia al suo lavoro, pur se quello che per lui fu fondamentale e al quale ha lavorato fino a un anno prima della morte, fu il manuale Diritto Privato Romano, una pietra miliare nella romanistica contemporanea, con i suoi illuminanti confronti e rinvii al diritto moderno.

Aiutato da una capacità di lavoro incredibile e da una facilità di scrittura unica, ha prodotto oltre mille titoli (ma alcuni ancora ne mancano, purtroppo oltre alla intera produzione in Rai) raccolti nel sito a lui dedicato dagli eredi: www.antonioguarino.it

  1. Emilio Germino, in https://www.antonioguarino.it/curriculum/

  2. anche in Index: n. 42, 2014, ibidem

Libreria Oriente Occidente, Montevideo

ORGANI DELLA FONDAZIONE

professor Giancarlo Guarino, presidente
professor Raffaele Cadin, consigliere segretario
professor Paolo Benvenuti, consigliere
professoressa Flavia Lattanzi, membro supplente
professor Giuseppe Palmisano, membro supplente
dottor Alessio Silvestri, revisore dei conti
dottoressa Donatella Spagnolo, gestione del fondo

Bushima Library, Japan

Ler Devagar, Lisbon

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